Julián Carrón ricevuto in udienza da papa Francesco
Il presidente di Comunione e Liberazione spiega a VaticanNews i temi del colloquio: «Ci ha incoraggiato a continuare con il nostro impegno, perché lo ritiene molto importante in questo momento in cui i giovani vivono in una “società liquida”»Il Papa vi ha chiesto, raccomandato qualche cosa come Fraternità di Comunione e Liberazione?
No, mi ha semplicemente ringraziato per tutto quello che gli ho raccontato riguardo le iniziative di risposta ai bisogni dei migranti o ancora all’accompagnamento dei ragazzi, e la nostra preoccupazione per quanto riguarda l’educazione dei giovani. Ci ha incoraggiato a continuare con il nostro impegno, perché lui lo ritiene molto importante in questo momento particolare in cui i giovani vivono in una “società liquida”, affinché possano trovare dei punti di riferimento che li accompagnino nel loro cammino.
Qual è il contributo che il magistero di papa Francesco sta dando a Comunione e Liberazione? Si sa che anche i movimenti e le associazioni nella Chiesa “risentono” di tutto ciò che avviene nella Chiesa universale, e quindi anche degli indirizzi che il Papa offre…
Mi sembra che il più grande contributo è quello di renderci consapevoli di questo cambiamento d’epoca, che lancia una sfida a tutti noi: quella di vedere le modalità concrete con cui la Chiesa si pone oggi di fronte al mondo e alle sfide che ci riguardano tutti. Tutto ciò con la sua spinta costante ad uscire e ad entrare in rapporto con gli altri, e portare questo sguardo pieno di tenerezza e di misericordia, che ci ha portato Cristo nella storia, e prendersi cura dei bisogni degli uomini. E questo noi lo sentiamo come qualcosa di particolarmente significativo anche per noi, dal momento che è ciò rientra anche nel nostro Dna.
Prima accennava all’accoglienza e ai giovani: vuole dirci solo qualche titolo delle frontiere su cui voi siete particolarmente impegnati oggi?
Il nostro impegno è prima di tutto con i giovani, perché noi riteniamo che questa sia una frontiera fondamentale per tutti. E quindi è dove ciascuno di noi e tutta la Chiesa verifica se la proposta che il cristianesimo fa all’uomo moderno, si fa spazio nel cuore dei giovani, e si fa spazio quando è proposta e trovata come una esperienza che c’entra con la vita, i bisogni, la solitudine e i disagi che loro portano. Questa è per noi una verifica della fede. L’altro fronte è tutto il grande mare di bisogno della società adesso: noi vogliamo veramente rispondere a questo con tante iniziative: dal Banco alimentare fino all’accompagnare, per esempio, i ragazzi che hanno delle difficoltà con lo studio o ancora i carcerati, e le persone che vivono nelle grandi città dell’America Latina e hanno grandi bisogni. Possiamo mettere lì un piccolo seme e questa novità cristiana per noi è fondamentale.
da www.vaticannews.va
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