VESCOVO (OSTILE AL REGIME) ARRESTATO PER AVER CELEBRATO LA
SANTA MESSA DI INIZIO GIUBILEO: RIESPLODE IN CINA IL CASO ZHUMIN
Cina arresta vescovo Wenzhou per aver celebrato Messa/ Mons.
Zhumin non si trova: rifiutò adesione al regime
Nuove persecuzioni in Cina: il vescovo (sotterraneo) di
Wenzhou è stato arrestato per aver celebrato la Santa Messa di inizio Giubileo.
Ora è introvabile
Niccolò Magnani Pubblicato 10 Marzo 2025
Quando si ragiona sulla libertà di parola e sul diritto di
critica (sacrosanto), occorre sempre ricordarsi che in alcune parti del mondo,
come la Cina, un vescovo cattolico può venire arrestato per il solo fatto di
aver celebrato la Santa Messa. È il caso di mons. Pietro Shao Zhumin, attuale
vescovo “sotterraneo” di Wenzhou, città all’interno della maxi provincia dello
Zhejiang: non è la prima volta che il suo nome torna in auge, almeno qui in
Italia, visto che per il suo rifiuto di adeguarsi alla chiesa nazionale
controllata dal regime comunista di Xi Jinping è stato spesso arrestato e
perseguitato.
E così mentre sono passati appena pochi mesi dal rinnovo (di
4 anni) dell’accordo Cina-Vaticano sulla nomina dei vescovi, il problema delle
persecuzioni religiose è tutt’altro che vicino alla “scomparsa”: come ha
raccontato lo scorso 7 marzo 2025 l’agenzia di stampa AsiaNews, il vescovo
Zhumin, non allineato al regime di Xi, è stato improvvisamente arrestato con
l’accusa piuttosto insolita di cui sopra. Il 27 dicembre 2024 aveva celebrato
la Santa Messa di inizio Giubileo 2025, come avvenuto in migliaia di diocesi e
parrocchie sparse per il mondo: avevano partecipato circa 200 persone alla
celebrazione, non approvata da Pechino proprio per il timore che nelle omelie
il sacerdote potesse diffondere critiche e polemiche contro l’unica vera
religione presente in Cina, il comunismo “popolare”.
Dopo una prima comunicazione inviata al vescovo, in cui si
imponeva il pagamento di una multa dalla cifra abnorme di 200mila Yuan (circa
25mila euro), Shao Zhumin l’ha contestata pesantemente sottolineando che
l’attività della Chiesa non viola la legge: secondo Pechino invece la Messa di
inizio Giubileo viene valutata in palese «violazione dell’articolo 71 delle
Norme sugli Affari Religiosi», aggiungendo che la scelta fuori ordinamento del
prelato è da punire come un «crimine grave». Dopo qualche settimana di scontro
a distanza, venerdì scorso scatta l’arresto con il vescovo che viene prelevato
e al momento risulta irreperibile: contattati dalla stessa AsiaNews, i membri
dell’Ufficio della Sicurezza Nazionale si limitano a riferire che Shao è stato
portato in un posto segreto per garantire la “piena sicurezza del vescovo”.
NUOVO “INCIDENTE” DIPLOMATICO SULL’ASSE CINA-VATICANO: MONS.
ZHUMIN NON SI TROVA E LA LIBERTÀ RELIGIOSA È ANCORA UN MIRAGGIO
Al netto della perfida “ironia” di un regime illiberale come
quello cinese, sono i metodi usati in questi anni – non solo dunque con
l’arresto per aver celebrato la Santa Messa del Giubileo – a sconvolgere (o
almeno, così dovrebbe essere) l’opzione pubblica occidentale. Come raccontano
ancora le fonti dirette di AsiaNews – che coraggiosamente non da oggi
denunciano il trattamento subito da mons. Shao Zhumin e molti altri vescovi
“sotterranei” in Cina – da tempo il regime prova ad impedire l’accesso alle celebrazioni
per bambini e adolescenti, temendo che le loro giovani menti possano essere
“plagiate”.
Di recente però, nonostante l’Accordo Cina-Vaticano siglato,
l’Ufficio controllato da Pechino ha cambiato strategia, provando ad impedire
che chiunque possa celebrare messa a Wenzhou, oltre che fermare sul nascere
l’arrivo dei fedeli per le sacre funzioni. Anche se più volte “invitato” ad
accettare, il vescovo Shao Zhumin ha sempre rifiutato di aderire all’ideologico
organismo cattolico cinese e per questo la nomina di Benedetto XVI nel 2007
viene ritenuta non valida: la chiesa nazionale cinese ha nominato al suo posto
un altro sacerdote “patriottico”, continuando ad arrestare in questi anni il
vescovo “ribelle”, che pure permane fermo nella sua fede e obbedienza solo alla
Chiesa Cattolica di Roma.
L’ultimo atto pubblico del vescovo, ora arrestato e
purtroppo sparito in Cina, è stato lo scorso 25 febbraio con l’invio a tutta la
diocesi di un’intenzione particolare di preghiera per la salute di Papa
Francesco, ricoverato ormai da un mese all’ospedale Gemelli di Roma: la Santa
Messa, la preghiera del Rosario e l’intercessione a Dio e alla Madonna per la
piena guarigione. Ma tutte queste celebrazioni, in particolare quella per
l’inizio del Giubileo, vengono considerate dal regime di Xi come profondamente
«illegali», tanto da disporre un provvedimento abnorme rispetto a quanto
commesso.
(…)
https://www.ilsussidiario.net/news/cina-arresta-vescovo-wenzhou-per-aver-celebrato-messa-mons-zhumin-non-si-trova-rifiuto-adesione-al-regime/2810636/#:~:text=Quando%20si%20ragiona,arrestato%20e%20perseguitato.