martedì 11 marzo 2025


 

VESCOVO (OSTILE AL REGIME) ARRESTATO PER AVER CELEBRATO LA SANTA MESSA DI INIZIO GIUBILEO: RIESPLODE IN CINA IL CASO ZHUMIN

 

Cina arresta vescovo Wenzhou per aver celebrato Messa/ Mons. Zhumin non si trova: rifiutò adesione al regime

Nuove persecuzioni in Cina: il vescovo (sotterraneo) di Wenzhou è stato arrestato per aver celebrato la Santa Messa di inizio Giubileo. Ora è introvabile

Niccolò Magnani Pubblicato 10 Marzo 2025

 

Quando si ragiona sulla libertà di parola e sul diritto di critica (sacrosanto), occorre sempre ricordarsi che in alcune parti del mondo, come la Cina, un vescovo cattolico può venire arrestato per il solo fatto di aver celebrato la Santa Messa. È il caso di mons. Pietro Shao Zhumin, attuale vescovo “sotterraneo” di Wenzhou, città all’interno della maxi provincia dello Zhejiang: non è la prima volta che il suo nome torna in auge, almeno qui in Italia, visto che per il suo rifiuto di adeguarsi alla chiesa nazionale controllata dal regime comunista di Xi Jinping è stato spesso arrestato e perseguitato.

 

E così mentre sono passati appena pochi mesi dal rinnovo (di 4 anni) dell’accordo Cina-Vaticano sulla nomina dei vescovi, il problema delle persecuzioni religiose è tutt’altro che vicino alla “scomparsa”: come ha raccontato lo scorso 7 marzo 2025 l’agenzia di stampa AsiaNews, il vescovo Zhumin, non allineato al regime di Xi, è stato improvvisamente arrestato con l’accusa piuttosto insolita di cui sopra. Il 27 dicembre 2024 aveva celebrato la Santa Messa di inizio Giubileo 2025, come avvenuto in migliaia di diocesi e parrocchie sparse per il mondo: avevano partecipato circa 200 persone alla celebrazione, non approvata da Pechino proprio per il timore che nelle omelie il sacerdote potesse diffondere critiche e polemiche contro l’unica vera religione presente in Cina, il comunismo “popolare”.

 

Dopo una prima comunicazione inviata al vescovo, in cui si imponeva il pagamento di una multa dalla cifra abnorme di 200mila Yuan (circa 25mila euro), Shao Zhumin l’ha contestata pesantemente sottolineando che l’attività della Chiesa non viola la legge: secondo Pechino invece la Messa di inizio Giubileo viene valutata in palese «violazione dell’articolo 71 delle Norme sugli Affari Religiosi», aggiungendo che la scelta fuori ordinamento del prelato è da punire come un «crimine grave». Dopo qualche settimana di scontro a distanza, venerdì scorso scatta l’arresto con il vescovo che viene prelevato e al momento risulta irreperibile: contattati dalla stessa AsiaNews, i membri dell’Ufficio della Sicurezza Nazionale si limitano a riferire che Shao è stato portato in un posto segreto per garantire la “piena sicurezza del vescovo”.

 

NUOVO “INCIDENTE” DIPLOMATICO SULL’ASSE CINA-VATICANO: MONS. ZHUMIN NON SI TROVA E LA LIBERTÀ RELIGIOSA È ANCORA UN MIRAGGIO

Al netto della perfida “ironia” di un regime illiberale come quello cinese, sono i metodi usati in questi anni – non solo dunque con l’arresto per aver celebrato la Santa Messa del Giubileo – a sconvolgere (o almeno, così dovrebbe essere) l’opzione pubblica occidentale. Come raccontano ancora le fonti dirette di AsiaNews – che coraggiosamente non da oggi denunciano il trattamento subito da mons. Shao Zhumin e molti altri vescovi “sotterranei” in Cina – da tempo il regime prova ad impedire l’accesso alle celebrazioni per bambini e adolescenti, temendo che le loro giovani menti possano essere “plagiate”.

 

Di recente però, nonostante l’Accordo Cina-Vaticano siglato, l’Ufficio controllato da Pechino ha cambiato strategia, provando ad impedire che chiunque possa celebrare messa a Wenzhou, oltre che fermare sul nascere l’arrivo dei fedeli per le sacre funzioni. Anche se più volte “invitato” ad accettare, il vescovo Shao Zhumin ha sempre rifiutato di aderire all’ideologico organismo cattolico cinese e per questo la nomina di Benedetto XVI nel 2007 viene ritenuta non valida: la chiesa nazionale cinese ha nominato al suo posto un altro sacerdote “patriottico”, continuando ad arrestare in questi anni il vescovo “ribelle”, che pure permane fermo nella sua fede e obbedienza solo alla Chiesa Cattolica di Roma.

 

L’ultimo atto pubblico del vescovo, ora arrestato e purtroppo sparito in Cina, è stato lo scorso 25 febbraio con l’invio a tutta la diocesi di un’intenzione particolare di preghiera per la salute di Papa Francesco, ricoverato ormai da un mese all’ospedale Gemelli di Roma: la Santa Messa, la preghiera del Rosario e l’intercessione a Dio e alla Madonna per la piena guarigione. Ma tutte queste celebrazioni, in particolare quella per l’inizio del Giubileo, vengono considerate dal regime di Xi come profondamente «illegali», tanto da disporre un provvedimento abnorme rispetto a quanto commesso.

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https://www.ilsussidiario.net/news/cina-arresta-vescovo-wenzhou-per-aver-celebrato-messa-mons-zhumin-non-si-trova-rifiuto-adesione-al-regime/2810636/#:~:text=Quando%20si%20ragiona,arrestato%20e%20perseguitato.