venerdì 18 marzo 2016

Le lettere di S.Ambrogio: un matrimonio contrastato che apre alla misericordia

ARCHIVIO 

(www.tracce.it)

Quel legame che non si spezza tra perdono e verità

di Francesco Braschi
SULLE VIE DELL'IMPERO
Dalle lettere di Ambrogio spunta la vicenda di un matrimonio contrastato. Che fa capire molto su cosa sia la misericordia...

Scorrendo le lettere di sant’Ambrogio, troviamo (libro IV, ep. 35) una vicenda familiare che, pur nella diversità di usanze e cultura, è esemplare per il metodo di giudizio sulla misericordia.
Un giovane si era sposato senza il consenso del padre, Sisinnio. Alcuni parenti avevano aggravato la situazione insinuando che la decisione del figlio nascesse dal disprezzo verso l’autorità paterna (l’uso dell’epoca voleva che fosse il padre a scegliere la moglie per il figlio). Dopo la riconciliazione, Sisinnio scrive ad Ambrogio che teme di essersi mostrato troppo debole e poco attento al valore dell’autorità paterna. Rispondendo, il Vescovo non esita a deplorare le nozze senza consenso paterno, ma approva che il perdono sia arrivato solo dopo l’ammissione della colpa: «Hai fatto ciò che fanno i buoni genitori: hai perdonato prontamente, ma dopo essere stato supplicato. Prima, non sarebbe stato un perdonare, ma un approvare l’accaduto».


Nello stesso tempo, però, Ambrogio rammenta a Sisinnio un altro aspetto dell’esperienza, meno immediato ma non meno vero: quando il padre sceglie la moglie per il figlio, facilmente lei tende a sentirsi superiore al marito; ma anche il marito si sente legittimato nell’assumere un atteggiamento di sfida e durezza verso di lei, rinfacciandole di non averla scelta lui stesso. Ma allora dalla trasgressione del figlio e dal perdono paterno può nascere qualcosa di positivo, poiché «il timore di aver recato un’offesa rende umili. Il figlio non avrà nulla da rinfacciare alla moglie come se egli fosse esente da colpa, se per caso nasce qualche motivo di contrasto, come accade nel rapporto quotidiano. Anzi, si sforzerà maggiormente perché da tutti e due risultino dimostrati la bontà della scelta di sposarsi e il rispetto verso il padre».
Ecco qui un aspetto prezioso da cogliere in Ambrogio: il perdono ha un legame essenziale con la verità e la conoscenza e non è mai un semplice slancio emotivo, ma piuttosto appare nella sua interezza come l’occasione di un passo in avanti nella comprensione della realtà secondo la fede, e questo vale per tutte le parti coinvolte.
Resta la domanda sul rapporto tra giustizia e misericordia: Sisinnio teme che il perdono potrebbe venir interpretato come un indebolimento delle regole e dei valori tradizionali, e si chiede se non avrebbe dovuto essere più severo. Ambrogio risponde richiamando due episodi biblici. Anzitutto, quello del sacrificio di Isacco, ove Abramo «quando ebbe l’ordine di risparmiare il figlio, ripose con gioia la spada». Poi, quello di Giuseppe: costui seppe perdonare i fratelli (che lo avevano venduto come schiavo per invidia), perché aveva compreso che Dio voleva ricavare un bene anche dal male subìto. Il Vescovo mostra così a Sisinnio che l’ideale in base a cui agire non è astrattamente la legge o la tradizione degli antenati, ma piuttosto la capacità di stare davanti alla realtà, riconoscendo l’agire libero e sovrano di Dio. Di un Dio, peraltro, che si mostra padre dal cuore misericordioso e per perdonare attende solo che il figlio riconosca il suo peccato.
Da ultimo, Ambrogio esorta Sisinnio ad affrettare l’arrivo della nuora per goderne e ricambiarne l’affetto: la riconciliazione, infatti, non può essere solo la chiusura di un incidente spiacevole, bensì l’apertura di un orizzonte nuovo e la possibilità di una ripartenza nel rapporto. E anche in questo si realizza il metodo di Dio.

*Dottore della Biblioteca Ambrosiana