Santoro: «Bisogna partire dal Sud per dire no al lavoro senza dignità»
L’arcivescovo di Taranto: «Ci sono situazioni drammatiche come quella dell’Ilva. Servono nuovi modelli di sviluppo»
I temi in agenda
Tenere insieme denuncia e proposte è la missione della Settimana
sociale che si è aperta ieri a Cagliari. Morti bianche disoccupazione,
sicurezza ambientale sono alcuni dei temi affrontati nella prima
giornata
INVIATO A CAGLIARI
La Settimana sociale di Cagliari si apre con una richiesta, che
spiega a quali condizioni sarà possibile tenere insieme la denuncia e la
proposta: «Non stacchiamoci nemmeno per un minuto dalle immagini
concrete e drammatiche delle vittime di incidenti sul lavoro, dei
disoccupati che ci visitano ogni giorno, degli inattivi, dei
cinquantenni in stand by, o meglio nel limbo o proprio nel purgatorio »
ha esortato i partecipanti monsignor Filippo Santoro, presidente del
Comitato delle Settimane, aprendo i lavori ieri pomeriggio. «Che i
nostri interventi partano dal cuore e diventino proposte come se si
trattasse di un nostro fratello o figlio, o figlia non da raccomandare,
ma da incamminare al lavoro e non ad un incessante pellegrinaggio tra i
vari centri per l’impiego»: un incipit diretto, com’è nello stile
dell’arcivescovo di Taranto, che esplicita la volontà della Chiesa
italiana di aggredire i problemi, come ci ha spiegato al termine della
prima giornata di lavori.
Monsignor Santoro, sono quasi cinquant’anni che la Settimana Sociale
non si occupa di lavoro. Non teme le dimensioni della sfida?
Ci siamo preparati. Abbiamo seguito lo stile sinodale di Firenze e
sono state coinvolte le diocesi e molte istituzioni in una serie di
eventi: dal Festival della Dottrina sociale a Verona al Convegno delle
Chiese del Sud a Napoli, al Seminario nazionale della Pastorale
sociale a Firenze, al Convegno delle Associazioni promosso da Rete in
Opera a Roma… Questo cammino è stilizzato nel logo che riprende la
creazione dell’uomo di Michelangelo nella Cappella Sistina: vogliamo
dire innanzi tutto che il lavoro ha una sua grande dignità, perché
partecipa all’opera creatrice di Dio, e ha sempre un volto, altro tema
ripreso dal logo. La ragione che ci muove è la passione per il Popolo
che drammaticamente ogni giorno ci interpella per la mancanza del
lavoro, per la sua precarietà, ma anche per il suo valore decisivo
nella vita. Ecco perché ripetiamo che la Settimana parte dai volti e
non dalle statistiche, anche se numeri e teorie hanno la loro
importanza.
Perché ha aperto i lavori puntando l’attenzione sul Mezzogiorno?
Perché al Sud il dramma è più evidente, come dimostra il caso dell’Ilva, e perché dal Sud dobbiamo impegnarci a cambiare
modello di produzione, affinché non continui a devastare le persone,
le case, il cielo, la terra, l’aria… Serve una rigenerazione umana,
urbana ed ambientale attraverso un lavoro libero, creativo,
partecipativo e solidale, ma deve avvenire un cambiamento di paradigma
nel nostro progetto di sviluppo globale, che parta dal rispetto della
dignità della persona umana, dalla cura della casa comune e dalla
costruzione della pace. Tenendo presente che non
tutti i lavori si equivalgono, e mi riferisco al grave problema della
produzione e vendita delle armi che riguarda anche situazioni qui
presenti in Sardegna.
Esattamente, cos’è un lavoro degno dell’uomo?
Nell’Instrumentum laboris spieghiamo che il lavoro è degno quando
rispetta la vita delle persone, l’ambiente, la legalità, i ritmi della
vita, il tempo del lavoro, del non lavoro, il tempo della festa. Il
lavoro è degno quando viene prima del
risultato economico ed è legato alle ragioni più vere della vita; dal
pane quotidiano, alla famiglia, alla solidarietà, alla felicità.
Concretamente, cosa potrete fare?
Sappiamo che non sarà questa Settimana a risolvere le vaste
problematiche legate al lavoro, ma, come ci richiama papa Francesco,
desideriamo 'iniziare processi'. Non abbiamo soluzioni prestabilite, né
tantomeno ricette; con il comitato
scientifico ed organizzatore abbiamo preparato il materiale per il
lavoro e la partita si gioca qui, a Cagliari, con il contributo di
tutti i presenti e seguendo il metodo sinodale, partecipativo e
deliberativo, con il quale intendiamo coinvolgere le istituzioni, le
scuole e le università, i sindacati, le parrocchie, i movimenti, le
associazioni, per rispondere a quello che non è un problema dei
cattolici, ma della gente. Perché il bisogno è ecumenico. Il racconto
delle buone pratiche, della mostra, del docufilm, dei contributi dei
relatori e di tutti i presenti ci permetteranno di formulare proposte
per il parlamento e per il governo, per i mondi economici e politici.
Come sono partiti i lavori della Settimana?
Il messaggio del Santo Padre che ci chiama ad essere lievito sociale e
l’indicazione del presidente della Cei sulla rotta da seguire hanno
aperto un cantiere, in cui si respira un’atmosfera di grande
collaborazione. Oggi è stato arato il terreno, è stato buttato il seme,
e nei prossimi giorni vedremo i germogli.
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La strategia
Nessuna soluzione precostituita ma la volontà di iniziare un percorso
che coinvolga diverse realtà: istituzioni, associazioni, scuole e
sindacati
IL PRESIDENTE DEL COMITATO. Monsignor Filippo Santoro