SALONE DEL LIBRO DI TORINO 2025/ Quelle “perle”
nascoste oltre la cortina fumogena dei soliti noti
A Salone del libro sono sfilati personaggi famosi, ma la
letteratura vera arranca. Nonostante alcuni saggi, come quello di Scafoglio
Gianfranco Lauretano Pubblicato 20 Maggio 2025
Si sono chiusi ieri i battenti del Salone del Libro di
Torino 2025, la seconda edizione diretta da Annalena Benini. Anche quest’anno i
numeri sono imponenti e i risultati sono narrati dalla direzione con toni
trionfalistici.
Alla conferenza stampa finale svolta all’Arena Bookstock, lo
spazio più grande del Salone dedicato ai giovani e alle scuole (dai nidi alle
secondarie di secondo grado), implementato in questa edizione, hanno
partecipato, tra gli altri, Silvio Viale, presidente dell’Associazione
Torino-Città del Libro, Claudia Porchietto, sottosegretario alla presidenza di
Regione Piemonte, Annalena Benini, direttrice editoriale, Piero Crocenzi,
amministratore delegato del Salone, raccontando di “231mila persone che hanno
incontrato ospiti da tutto il mondo e case editrici in un’atmosfera di gioia e
partecipazione, per tracciare parole nuove, sguardi sul mondo e per festeggiare
l’appartenenza a una grande e variegata comunità di lettrici e lettori”,
attraverso 977 spazi espositivi, 70 sale, oltre 2.500 eventi al Lingotto e 800
in città. Quantità da capogiro.
(…….)
Attivisti che hanno animato manifestazioni sfociate in
scontri con la polizia cercando di sfondare con la forza i cancelli della fiera
(si sa che i grandi eventi pubblici sono spazi ideali per far sentire la
propria voce, come insegnava Che Guevara). Gli stessi attivisti hanno duramente
contestato il dibattito tra il presidente della Comunità ebraica torinese Dario
Disegni e lo storico Claudio Vercelli, spingendoli a rinunciare; altri hanno
spiegato una bandiera palestinese di fronte alla sala dove si presentava il
libro del Nathan Greppi (storico e giornalista che si è occupato di
antisemitismo) La cultura dell’odio, titolo quanto mai azzeccato per questi
strani pacifisti che intendono la democrazia come impedimento all’altro di
esprimersi.
Essendo il Salone del Libro, però, forse occorrerebbe
occuparsi del suo protagonista: il libro più venduto in Fiera in questi giorni
è L’amore mio non muore di Roberto Saviano (Einaudi), che ha toccato un record
di vendite, mentre tra i libri Mondadori molto ricercato è Spera,
l’autobiografia di Papa Francesco, oltre ai romanzoni fantasy americani, i veri
leoni dell’editoria, come ad esempio L’alba sulla mietitura.
Hunger Games di Suzanne Collins, tanto per dirne uno; la
Rizzoli ha visto il successo di Maurizio De Giovanni e del suo thriller Il
pappagallo muto, trainato naturalmente dalla serie Sara in onda su Netflix, la
Piemme si gode i proventi di L’orso bianco era nero di Roberto Vecchioni, la
Feltrinelli l’evento sold out di Antonio Albanese con il romanzo La strada
giovane e Concita De Gregorio con Di madre in figlia.
È evidente che per trainare il libro e le sue vendite
occorre ciò che libro non è, né letteratura: solo i volumi connessi con lo
spettacolo, i social, la televisione, lo sport hanno qualche speranza di
successo. Per vedere la letteratura vera e propria occorre arrivare ad Adelphi
e al buon successo, anche se quantitativamente incommensurabile, di Portnoy
di Philip Roth.
Il Salone ha saputo stare al passo con certi temi
d’attualità, compreso quello più gettonato dell’intelligenza artificiale, a cui
sono stati dedicati affollati incontri. Perciò alla fine di queste note e di
cinque giornate passate a mollo del pianeta rombante, faticoso, fascinoso e
caotico del Salone, ci sembra doveroso consigliare anche noi un libro, stavolta
di un piccolo volenteroso editore, presentato al padiglione Oval sabato 17
maggio.
Si tratta di “Intelligenza criminale” di Giovanni
Scafoglio (CartaCanta edizioni), che ha svolto un’indagine molto
documentata: l’autore ritiene “che le IA generative siano una risorsa
straordinaria” e che “non saperle usare oggi è come non saper scrivere
nell’Ottocento”.
(……) https://www.ilsussidiario.net/news/salone-del-libro-di-torino-2025-quelle-perle-nascoste-oltre-la-cortina-fumogena-dei-soliti-noti/2835926/#:~:text=CULTURA-,SALONE%20DEL%20LIBRO%20DI%20TORINO%202025/%20Quelle%20%E2%80%9Cperle%E2%80%9D%20nascoste%20oltre%20la,in%20modo%20pi%C3%B9%20fecondo%20e%20meno%20commerciale%20le%20edizioni%20a%20venire.,-%E2%80%94%20%E2%80%94%20%E2%80%94%20%E2%80%94
Il volume è corredato di esempi pratici di chat con l’IA che
dimostrano, ad esempio, che essa mente e la spingono a confessare, o dal
divertente racconto del prefatore, Renzo Casadei, il quale dice: “Ho impiegato
dieci minuti per far assolvere a ChatGPT il Fascismo”. Forse queste perle,
presentate nelle mille nicchie del Salone, sono la sua vera ricchezza a cui
occorrerebbe guardare per organizzare in modo più fecondo e meno commerciale le
edizioni a venire.