martedì 19 settembre 2017

Bologna, Liceo malpighi: dialigo con l'arcivescovo Zuppi e Bartolomeo I

Bologna, primo giorno di scuola con il Patriarca di Costantinopoli

L'arcivescovo Zuppi ha portato Bartolomeo I al Liceo Malpighi. L'attesa dell'incontro, le domande degli studenti, le parole del Patriarca. Un modo "sorprendente" di iniziare l'anno. E un'amicizia che potrebbe portare a Istanbul...
Marco Ferrari
Venerdì 15 settembre il Liceo Malpighi di Bologna ha iniziato l’anno scolastico in un modo davvero eccezionale e inimmaginabile. I 450 allievi del Liceo, insieme a tutto il corpo docenti, hanno avuto la possibilità di accogliere e ascoltare il saluto di Bartolomeo I, patriarca di Costantinopoli, invitato e accompagnato nella nostra scuola dall’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi e da una dozzina di sacerdoti ortodossi, segretari e guardie del corpo.

Quando, in giugno, la curia bolognese contattò la preside del Malpighi, Elena Ugolini, per dirle che l’Arcivescovo aveva intenzione di portare nella nostra scuola il Patriarca di Costantinopoli, pareva quasi uno scherzo. Ma era tutto vero. Così un team di docenti, guidato da Giacomo Bettini, ha iniziato a approfondire la storia del Patriarcato di Costantinopoli e della figura di Bartolomeo I, e a riflettere su quali domande rivolgergli.

Il lunedì e martedì precedenti la visita ci siamo radunati, docenti e studenti, a scuola ancora chiusa, per dialogare su cosa significasse per tutti noi reiniziare la scuola e per condividere le domande che avevamo da porre a un personaggio così importante. Già le domande poste dagli studenti ci hanno spiazzato e riempito di attesa: come è possibile che l’incontro con l’altro possa accrescere la consapevolezza della propria identità? Qual è la soglia che distingue la tolleranza dalla sottomissione all’altro che accolgo? Qual è la posizione più adeguata per vivere lo stare a scuola come un continuo dialogo? Come affrontare la fatica dello studio che incomincia? Di fronte a tutto ciò che accade e che sembra talvolta schiacciarci, nella scuola e nella società, come è possibile sentirsi liberi di accettare ciò che abbiamo intorno? Cosa mi porta a svegliarmi la mattina e a venire scuola? Cosa significa davvero amare l’altro, il compagno, il docente, la materia di studio, l’altro che ogni giorno troviamo inevitabilmente al nostro fianco?
Il Patriarca di Costantinopoli e monsignor Matteo Zuppi al Liceo Malpighi di BolognaIl Patriarca di Costantinopoli e monsignor Matteo Zuppi al Liceo Malpighi di Bologna
Il Patriarca visita i laboratori del MalpighiIl Patriarca visita i laboratori del Malpighi
E così, venuto il gran giorno, abbiamo visto entrare a scuola Bartolomeo I, che ha visitato con curiosità il nuovo laboratorio di making, design e robotica (Malpighi La.B) e ha dialogato insieme alla preside sulla storia della nostra scuola.
Dopodiché, come se fosse un nuovo “docente” del Malpighi, Bartolomeo I ha preso la parola, aprendo i suoi occhi luminosi e profondi sui giovani allievi che lo guardavano curiosi e ancora un po’ intontiti dal ritorno dalle vacanze: «La cultura è necessaria, perché rende vive le nozioni, che a loro volta divengono espressione di tutto il vostro percorso scolastico. Esse formano la mente, aprono il pensiero, accrescono il bagaglio personale, introducono alla sapienza». E nel suo buon italiano, frutto di lunghi anni di studio dai gesuiti a Roma, ha aggiunto: «Non siete soli in questo cammino: i vostri insegnanti sanno trasmettervi il pensiero, sanno suscitare in ognuno di voi l’interesse, scoprono i doni che si nascondono in ognuno di voi, doni che, come ci insegna anche la Parabola dei talenti, dobbiamo far crescere dentro di noi, affinché portino buoni frutti».

Il Patriarca ha sottolineato l’importanza di ritrovare la strada per il rispetto di se stessi: «Troppe volte vediamo il non rispetto per se stessi. Questo sorge da una incapacità di capire le proprie debolezze, alle volte anche i propri insuccessi, e quindi sorge la necessità di rifugiarsi in ciò che dà sicurezze momentanee: il gruppo dei “balordi”, la droga, il sesso, l’isolarsi dal contesto. Se saprete guardare a voi stessi come persone che stanno crescendo, che possono avere anche insuccessi, ma che hanno sempre la speranza, allora l’autostima rispettosa del “come siamo” e non del “come vorremmo essere” crescerà e ci farà capire come sia importante la nostra identità personale».

Ha richiamato, infine, il senso della missione di ogni cristiano, la testimonianza: «Dare testimonianza in un mondo che ribolle per troppe crisi globali, o per le troppe crisi personali senza pensabili vie d’uscita, significa offrire quello che siamo e quello che crediamo. La testimonianza per i credenti è una proposta di vita, è il rispetto per tutto e per tutti, è rispondere alla chiamata più intima che sgorga nel cuore, è manifestare l’amore più puro e più grande. Lasciatevi accarezzare dal soffio di Dio, non chiudete le porte del vostro cuore al Suo amore infinito».
Uno studente pone una domanda al vescovo Zuppi e al sacerdote ortodosso, don DionisioUno studente pone una domanda al vescovo Zuppi e al sacerdote ortodosso, don Dionisio
Così, nel silenzio generale, ha benedetto tutti i presenti, facendoci pregare insieme il Padre nostro in greco e l’Ave Maria in latino, a fianco di un commosso monsignor Zuppi. Gli studenti hanno poi donato al Patriarca il ricavato della vendita delle felpe della scuola dell’anno precedente per i bisogni della sua Chiesa, insieme ai libri Il senso religioso e Il rischio educativo di don Luigi Giussani, riferimenti fondamentali di chi da trent’anni guida il Liceo Malpighi: «Li leggerò subito, appena salito in aereo», ha commentato sorridendo con gratitudine e curiosità.
Salutato Bartolomeo I, nella commozione e nella gratitudine generale per quanto vissuto, la mattinata è proseguita con un dialogo serrato tra gli studenti del liceo e l’arcivescovo Zuppi. Al suo fianco il giovane don Dionisio, parroco dell’unica Chiesa greco-bizantina di Bologna, a cui il Patriarca ha chiesto inaspettatamente di parlare per lui prima di correre in aeroporto.

Quanto è avvenuto supera di gran lunga ogni possibile strategia di inizio anno, poiché ha reso evidente a tutti, studenti e docenti, quanto sia affascinante la realtà e la tradizione da conoscere nel corso delle lezioni che ci aspettano e quanto grande possa essere l’orizzonte delle nostre azioni, a partire dalla classe, come contributo a un mondo che vogliamo poter rendere migliore per noi e per tutti.

Il rapporto iniziato con don Dionisio e la sua parrocchia, e la promessa di uno scambio per l’anno prossimo tra il Liceo Malpighi e i 60 allievi della scuola del Patriarcato a Istanbul, segnano la strada da percorrere. E noi, grati per tale inimmaginabile incontro, siamo pronti a partire per questa nuova avventura che ricomincia a lezione.

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