Poche ore prima d’essere ucciso, il venerdì sera del 19
ottobre 1984, il padre Popiełuszko, recatosi nella parrocchia dei “Santi
fratelli martiri polacchi” a Bydgoszcz, aveva tenuto una meditazione durante la
preghiera dei misteri dolorosi del santo Rosario: a quarant’anni di distanza le
sue parole non hanno perso minimamente il loro peso, né il loro potere di
risvegliare il cuore e la coscienza, non solo dell’uomo europeo. Sono il suo
testamento spirituale, un’intensa, pacificata meditazione sulla dignità dell’uomo
da parte di un uomo mite, disarmato, coraggiosamente vittorioso sul male e
sulla menzogna. Ancor oggi queste parole pesano molto di più dei sassi con cui
venne torturato e a cui il suo corpo venne legato:
“Bisogna vivere con dignità la vita perché ne abbiamo una
sola. Oggi è necessario parlare molto della dignità dell’uomo per rendersi
consapevoli che l’uomo supera tutto quanto può esistere al mondo, ad eccezione
di Dio; supera la sapienza del mondo intero. Salvaguardare la dignità per poter
rendere più grande il bene e vincere il male.
Salvaguardare la dignità per poter rendere più grande il
bene e vincere il male, cioè, improntare la vita alla giustizia.
La giustizia è frutto della verità e dell’amore. Più c’è
verità e amore nell’uomo, più c’è giustizia. La giustizia deve camminare di
pari passo con l’amore, perché, senza l’amore, non è possibile essere
pienamente giusti. Dove l’amore e il bene mancano, al loro posto subentrano
l’odio e la violenza, e se ci si lascia guidare dall’odio e dalla violenza non
è possibile parlare di giustizia.
Vincere il male con il bene, cioè, mantenere la fedeltà alla
verità. La verità è una proprietà molto delicata della nostra intelligenza.
Il desiderio della verità è stato istillato nell’uomo da Dio
stesso, perché nell’uomo c’è il naturale desiderio della verità e il rifiuto
della menzogna.
La verità, proprio come la giustizia, è legata all’amore, e
l’amore costa caro. Un amore vero è capace di sacrificio e quindi anche la
verità deve costare. La verità mette sempre insieme gli uomini.
Ma per vincere il male con il bene bisogna premunirsi della
virtù del coraggio. La virtù del coraggio rappresenta la vittoria sulla
debolezza umana, in particolare sulla paura. Il cristiano non deve dimenticare
che si deve aver paura solo di tradire Cristo per i trenta denari di una
meschina tranquillità. Il cristiano non può accontentarsi solo di respingere il
male, la menzogna, la codardia, la violenza, l’odio, la prevaricazione, ma deve
lui stesso essere un vero testimone, un portavoce e un difensore della
giustizia, del bene, della verità, della libertà e dell’amore. Deve rivendicare
con coraggio questi valori per sé e per gli altri” (J. Popiełuszko, Ultime
parole prima del martirio, in Omelie per la Patria, cit., pp. 103-104).