Priscilla, don Giussani e il G7
La preside della Luigi Giussani Primary School di Kampala,
Uganda, colpisce i grandi della terra a Caserta. Orfana, fu sostenuta da Avsi e
ora si dedica agli studenti: «Educare è camminare insieme per scoprire il
significato della vita»
Mauro Giacomazzi*09.10.2024
Il 1° ottobre a Caserta i delegati rappresentanti del G7 si
sono riuniti nella Reggia di Caserta per discutere di educazione e resilienza
con un focus particolare sull’Africa. Il segretario generale di AVSI, Giampaolo
Silvestri, qualche mese prima era stato invitato dall’Agenzia Italiana per la
Cooperazione allo Sviluppo a partecipare a una sessione con il Ministro per la
famiglia, Eugenia Roccella, Laura Frigenti, direttrice del Global Partnership
for Education, e Daniela Fatarella, direttrice di Save the Children Italia.
L’invito, frutto di anni di impegno di AVSI nei Paesi dell’Africa
sub-sahariana, ci aveva fatto grande piacere, ma nessuno di noi si sarebbe
aspettato quanto accaduto.
Una decina di giorni prima dell’evento il Ministero degli
Affari Esteri ci chiede di invitare il preside di una scuola primaria africana.
A Silvestri viene in mente di invitare Priscilla Achan, della scuola primaria
Luigi Giussani di Kampala. Priscilla è una mia cara amica, la conosco ormai da
tanti anni: la madre era una delle donne del Meeting Point International, opera
nata dall’esperienza di Rose Busingye, e Priscilla dal 2008 era una delle
bambine sponsorizzate dal programma del sostegno a distanza di AVSI, con una
storia personale difficile e di grande vulnerabilità.
Sono particolarmente legato a lei perché, rimasta orfana di
entrambi i genitori all’età di 16 anni, si è sempre presa cura con una
dedizione speciale dei fratellini, pur continuando a studiare e diplomandosi
come la migliore studentessa della scuola. Ragazza estremamente volenterosa e
resiliente, mentre frequentava l’università aveva iniziato a lavorare
all’istituto per la formazione degli insegnanti di Kampala, dove lavoravo
anch’io. Ricordo ancora quando, dopo un paio d’anni, l’avevo invitata a presentare
domanda alla nostra scuola primaria come insegnante di inglese; ora è diventata
la preside della scuola.
Così, mi sono trovato anche io in viaggio verso Caserta. Era
la prima volta che partecipavo a un evento del G7 e non sapevo cosa aspettarmi.
Occupandomi di educazione in AVSI, avevo come desiderio che si potesse uscire
dalla solita narrativa, che considera l’educazione come elemento di economic
empowerment. Non che non sia consapevole del fatto che l’educazione è lo
strumento principe per lo sviluppo economico di un Paese, ma troppo spesso
nelle scuole africane e tra i tecnocrati del Continente si parla di educazione
solo come strumento per ottenere un lavoro e per un successo economico. Questo
genera riduzioni e storture a livello pedagogico, che lasciano un segno
indelebile nella vita dei ragazzi. Ma quello che è accaduto a Caserta mi ha
colto totalmente di sorpresa.
Quando Priscilla ha iniziato a parlare, la sala si è
fermata. Ha cominciato raccontando cosa significasse per lei rimanere senza
genitori e come si sia sentita guardata dai suoi insegnanti: «Gli insegnanti
della scuola Luigi Giussani erano sempre presenti per aiutarmi ogni volta che
ne avevo bisogno. Mi hanno accompagnata a scoprire che, nonostante le
difficoltà, la vita vale ancora la pena di essere vissuta. Non mi sono mai
sentita sola, perché ero circondata da volti di persone che mi volevano bene davvero
e desideravano vedermi felice».
Ha poi spiegato il motivo per cui ha accettato il lavoro
nella scuola primaria: «Volevo continuare a vivere le stesse esperienze che ho
vissuto come studentessa nelle scuole Luigi Giussani. Crescendo negli slum,
sapevo che mi sarei facilmente relazionata con la vita degli studenti che
incontravo. Sono bambini che provengono da famiglie umili ma vulnerabili, la
cui speranza risiede nella scuola. Desideravo insegnare a questi bambini nello
stesso modo in cui sono stata educata; aiutarli a scoprire il loro valore, far
loro capire che sono importanti a prescindere dal dolore, dalla sofferenza,
dalla povertà o dalle difficoltà che possono affrontare. Io sono stata
accompagnata in questo percorso, quindi desideravo che lo fossero anche loro».
Con parole semplici ma estremamente puntuali, ha ricordato a
tutti che l'educazione non consiste solo nel trasmettere competenze e
memorizzare nozioni, ma anche nell'aiutare ogni bambino a scoprire se stesso
come valore infinito e, di conseguenza, a considerare tutti gli aspetti della
realtà come un valore. Si educa per attrazione. Anche quando si insegna a
leggere e scrivere o qualsiasi altra materia, deve esserci un'attrattiva che
aiuti gli studenti ad apprendere i contenuti che si cerca di trasmettere. Non
esiste una dicotomia tra competenze di letto-scrittura e apprendimento
socio-emotivo.
Priscilla racconta la storia di Roby (nome di fantasia,
ndr), un giovane studente della classe sesta, che vive una situazione familiare
molto difficile e spesso non riesce a frequentare la scuola. Preoccupata,
Priscilla per due trimestri consecutivi è andata a trovarlo a casa sua quasi
ogni settimana, cercando di convincerlo a tornare a scuola. Poi qualcosa è
cambiato. Inaspettatamente, nel terzo trimestre il ragazzo ha deciso di tornare
a scuola di sua spontanea volontà. Quando Priscilla gli ha chiesto perché, la
risposta del ragazzo è stata disarmante: «Maestra, ho capito che nemmeno i miei
genitori si preoccupano del fatto che io vada a scuola, ma tu sei diversa. Hai
sacrificato il tuo tempo per venire a invitarmi a tornare. Ho deciso riprendere
la scuola, perché voglio concentrarmi sui miei studi, voglio prendermi cura di
me stesso».
Priscilla osserva che nemmeno il fatto di avere le tasse
scolastiche completamente pagate era bastato a convincerlo; cercava qualcosa di
più, aveva bisogno di essere amato e di trovare un significato nella vita. E
aggiunge: «Il mio cuore è proprio come quello di questo ragazzo e per me essere
un’educatrice significa semplicemente percorrere insieme a lui il cammino verso
la scoperta del significato delle nostre vite».
(……..)
https://it.clonline.org/news/attualit%C3%A0/2024/10/09/priscilla-giussani-e-il-g7#:~:text=PRISCILLA%2C%20DON%20GIUSSANI,Unit%20%2D%20Fondazione%20AVSI