Scola: «Per essere liberi di educare bisogna educare alla libertà»
marzo 17, 2014
Redazione
Alla marcia delle scuole
cattoliche, davanti a trentamila persone, l’arcivescovo di Milano ha
chiesto che lo Stato «lasci la libera scelta alle famiglie e al popolo»
Correggendo bonariamente quanto scritto su uno striscione in piazza,
il cardinale arcivescovo di Milano Angelo Scola ha detto che «per essere
liberi di educare bisogna educare alla libertà». È stato questo uno dei
messaggi forti inviati dal cardinale durante la trentaduesima marcia Andemm al Domm, promossa dalle scuole cattoliche ma con la partecipazione anche di alcuni istituti statali.
LO STATO GOVERNI, MA NON GESTISCA. Davanti a trentamila persone, scola ha detto che «è evidente che la famiglia e la scuola sono due grandi risorse per ogni epoca e lo sono forse di più in questo momento di passaggio nel terzo millennio. Ma la condizione per poter davvero incidere nella società e in questo momento di crisi si chiama proprio libertà». Libertà, nel rispetto di quanto fa lo Stato per l’educazione, deve poter essere esercitata anche dalle famiglie, dei genitori e attraverso le «scuole paritarie». Definizione quest’ultima, che, tra l’altro, al cardinale sta un po’ stretta. Perché è ora di puntare sul «pluralismo nella proposta scolastica, che sia garantita e verificata ai vari livelli dalle Istituzioni, ma quest’ultime governino la scuola, ma non pretendano di gestirla. Lascino la libera scelta alle famiglie e al popolo. Non ci deve spaventare l’impegno per avere una pluralità di insegnamenti che le istituzioni garantiscano e verifichino».
LIBERTA’ VERA. «Abbiamo impiegato anni – ha detto Scola – perché fosse riconosciuto il concetto di scuola pubblica paritaria. Ci abbiamo messo tanto a spiegare che le scuole paritarie sono pubbliche, semplicemente perché il sociale è pubblico». Ora è il momento di affrontare, fiduciosi, nuove sfide. «Testimoniamo, con la bellezza delle vostre esperienze – ha detto rivolgendosi a chi lo ascoltava –, che non vogliamo togliere nulla alla scuola di Stato. Anzi abbiamo bisogno che queste funzionino bene, meglio, arrivino a livelli elevati di educazione. Ciò che chiediamo è solo una libertà vera. Per offrire, a chi vuole un criterio per educare, un’ipotesi di vita educativa che le famiglie sentano in continuità con la propria».
LO STATO GOVERNI, MA NON GESTISCA. Davanti a trentamila persone, scola ha detto che «è evidente che la famiglia e la scuola sono due grandi risorse per ogni epoca e lo sono forse di più in questo momento di passaggio nel terzo millennio. Ma la condizione per poter davvero incidere nella società e in questo momento di crisi si chiama proprio libertà». Libertà, nel rispetto di quanto fa lo Stato per l’educazione, deve poter essere esercitata anche dalle famiglie, dei genitori e attraverso le «scuole paritarie». Definizione quest’ultima, che, tra l’altro, al cardinale sta un po’ stretta. Perché è ora di puntare sul «pluralismo nella proposta scolastica, che sia garantita e verificata ai vari livelli dalle Istituzioni, ma quest’ultime governino la scuola, ma non pretendano di gestirla. Lascino la libera scelta alle famiglie e al popolo. Non ci deve spaventare l’impegno per avere una pluralità di insegnamenti che le istituzioni garantiscano e verifichino».
LIBERTA’ VERA. «Abbiamo impiegato anni – ha detto Scola – perché fosse riconosciuto il concetto di scuola pubblica paritaria. Ci abbiamo messo tanto a spiegare che le scuole paritarie sono pubbliche, semplicemente perché il sociale è pubblico». Ora è il momento di affrontare, fiduciosi, nuove sfide. «Testimoniamo, con la bellezza delle vostre esperienze – ha detto rivolgendosi a chi lo ascoltava –, che non vogliamo togliere nulla alla scuola di Stato. Anzi abbiamo bisogno che queste funzionino bene, meglio, arrivino a livelli elevati di educazione. Ciò che chiediamo è solo una libertà vera. Per offrire, a chi vuole un criterio per educare, un’ipotesi di vita educativa che le famiglie sentano in continuità con la propria».