sabato 11 ottobre 2014

Sinodo: "profonda vicinanza" alle famiglie che soffrono in Iraq, Siria e nel mondo

VATICANO
Sinodo: messaggio, "profonda vicinanza" alle famiglie che soffrono per le violenze in Iraq, Siria e nel mondo
"L'unità della famiglia cristiana in Medio Oriente è profondamente scossa". "Chiediamo alla Comunità internazionale di adoperarsi per ristabilire la convivenza pacifica in Iraq, in Siria e in tutto il Medio Oriente". "Alcuni Paesi ed organizzazioni del mondo occidentale" presentano alcuni concetti (tra cui l'aborto e le unioni omosessuali), come 'diritti umani', legando gli aiuti economici e forti campagne di pressione alla recezione di tali concetti".


Città del Vaticano (AsiaNews) - "Profonda vicinanza" alle famiglie che soffrono per le violenze in Iraq, Siria e in tutto il mondo è espressa nel messaggio che l'assemblea del Sinodo straordinario sulla famiglia ha diffuso oggi. "In particolare - vi si legge tra l'altro - eleviamo al Signore la nostra supplica per le famiglie irachene e siriane, costrette, a causa della fede cristiana che professano o dell'appartenenza ad altre comunità etniche o religiose, ad abbandonare tutto e a fuggire verso un futuro privo di ogni certezza. Con il Santo Padre Francesco ribadiamo che «nessuno può usare il nome di Dio per commettere violenza» e che «uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio!» (Discorso ai leaders di altre religioni e altre denominazioni cristiane, Tirana, 21 settembre 2014). Nel ringraziare le Organizzazioni internazionali e i Paesi per la loro solidarietà, invitiamo le persone di buona volontà ad offrire la necessaria assistenza e l'aiuto alle vittime innocenti della barbarie in atto, e allo stesso tempo chiediamo alla Comunità internazionale di adoperarsi per ristabilire la convivenza pacifica in Iraq, in Siria e in tutto il Medio Oriente. Parimenti, il nostro pensiero va alle famiglie lacerate e sofferenti nelle altre parti del mondo, che subiscono persistenti violenze. A loro vogliamo assicurare la nostra costante preghiera perché il Signore misericordioso converta i cuori e doni pace e stabilità a quanti ora sono nella prova".


Delle "difficoltà che vivono le famiglie del Medio Oriente, in particolare dell'Iraq" si è parlato anche negli interventi degli uditori, che hanno occupato la mattina di oggi. "I numerosi conflitti - si è detto - si ripercuotono gravemente sulla famiglia, disgregata dalla morte dei suoi membri, costretta a migrare in cerca di un luogo sicuro in cui vivere, privata di un futuro per i giovani, sottratti alla scolarizzazione, e per gli anziani, abbandonati a se stessi. L'unità della famiglia cristiana in Medio Oriente è profondamente scossa, con conseguenze anche sull'unità sociale e nazionale dei Paesi appartenenti alla regione. Di fronte a tali drammatici scenari, dunque, la Chiesa rappresenta davvero un porto sicuro, una 'famiglia di famiglie' che offre conforto e speranza. Ed è necessario anche preparare le coppie di coniugi ad essere 'mediatrici' di pace e di riconciliazione".
Oltre al pensiero sulle famiglie del Medio Oriente i lavori del Sinodo hanno visto la prosecuzione ieri pomeriggio del dibattito su "La Chiesa e la famiglia di fronte alla sfida educativa. La sfida educativa in genere / L'educazione cristiana in situazioni familiari difficili". Stamattina, invece, ci sono stati 15 interventi di uditori.
"Innanzitutto - riferisce una nota della Sala stampa vaticana - è stata ribadita la vocazione alla vita come elemento fondante della famiglia; di qui, l'invito ai fedeli affinché approfondiscano la conoscenza dell'Enciclica di Paolo VI Humanae vitae, comprendendo così meglio anche il significato del ricorso ai metodi naturali di regolazione della fertilità e della non accettazione della contraccezione. Unione e procreazione - si è detto - non sono separate dall'atto coniugale. Ribadita, quindi, cin forza la condanna della manipolazione genetica e della crioconservazione degli embrioni".
"Da più parti, inoltre, è stata evidenziata la tendenza di alcuni Paesi ed organizzazioni del mondo occidentale di presentare, in particolare nel contesto dell'Africa, alcuni concetti (tra cui l'aborto e le unioni omosessuali), come 'diritti umani', legando gli aiuti economici e forti campagne di pressione alla recezione di tali concetti. A tal proposito, è stato anche evidenziato che l'espressione 'diritti alla salute sessuale e riproduttiva' non ha, nell'ambito del diritto internazionale, una definizione precisa, finendo per racchiudere in sé principi in contraddizione tra loro, come la condanna dell'aborto forzato e la promozione dell'aborto sicuro, oppure la tutela della maternità e la promozione della contraccezione. Pur se privi di valore vincolante, tuttavia la promozione di tali 'diritti' rappresenta un rischio, perché può influenzare l'interpretazione di altre norme, in particolare nel campo della lotta contro la discriminazione della donna".
"Si è tornati, poi, a ribadire l'importanza di una adeguata preparazione al matrimonio, poiché la sua celebrazione sembra ridursi sempre più alla dimensione sociale e giuridica, invece che religiosa e spirituale". Il percorso preparatorio spesso viene percepito come "un compito da assolvere senza convincimento e risulta essere troppo breve. Poiché, invece, il matrimonio è una vocazione per la vita, la sua preparazione dovrebbe essere lunga ed approfondita, come avviene per la vita religiosa. E' stata anche evidenziata, nei nubendi, una frequente mancanza di consapevolezza del valore sacramentale del vincolo matrimoniale. Tanto che la celebrazione del rito matrimoniale, è stato detto, non è automaticamente la celebrazione del sacramento matrimoniale".
Ciò chiama in causa "la necessità che anche i sacerdoti siano ben preparati sulla pastorale del matrimonio e della famiglia". "C'è bisogno di formazione e informazione, perché la santità spirituale del sacerdote, la sua creatività ed il suo rapporto diretto con le famiglie sono particolarmente apprezzati dai fedeli". Il bisogno di formare "in modo adeguato e permanente" i sacerdoti sui temi della famiglia è emerso anche oggi negli interventi degli uditori, "in particolare sull'apertura alla vita, affinché riescano a spiegare ed a parlare con naturalezza e chiarezza dell'amore coniugale. Anche perché, ad esempio, è stato notato che se la pianificazione naturale della famiglia viene spiegata in modo approfondito, evidenziandone il valore positivo, essa rinsalda la vita di coppia. In quest'ottica, è stato ricordato che le omelie, se ben preparate, fanno sì che i fedeli partecipino di più alla celebrazione della Messa".
Altro punto evidenziato dagli uditori è stato la necessità che la Chiesa ascolti maggiormente i laici nella ricerca di soluzioni ai problemi delle famiglie, in particolare per quanto riguarda la sfera dell'intimità della vita di coppia. Per questo, è stata ribadita l'importanza di una sinergia tra il mondo accademico ed il mondo pastorale, per formare non "tecnici", ma agenti pastorali che conoscano e sappiano promuovere i temi della famiglia e della vita, attraverso una "cosmovisione" antropologica cattolica ben salda.