domenica 8 dicembre 2024

Dialogo con il filosofo Fabrice Hadjadj sullo scandalo dell'incarnazione

 



Scandalo Incarnazione

Dio che si fa «compagno improvviso di cammino»: la venuta di Gesù tra di noi sembra inconcepibile. Ma si può incontrare. Un dialogo con il filosofo Fabrice Hadjadj

 

01.12.2024

Claudio Mésoniat

Giornalista, direttore de Il Federalista

Il filosofo Fabrice Hadjadj al Meeting di Rimini (© Archivio Meeting di Rimini)

 

Professore, l’Incarnazione ha incominciato a scandalizzare i primi uomini che incontrarono Gesù, a partire dai suoi migliori amici. Cominciano lì le prime obiezioni “teologiche” al Dio fattosi uomo. «Scandalo per i giudei», diceva san Paolo. Ma anche per l’altra grande religione monoteista, quella islamica, l’incarnazione è una bestemmia contro la purezza assoluta del divino. Come inquadrare le obiezioni di questi due monoteismi che lei conosce bene? «Sono un ebreo dal nome arabo che si è convertito al cristianesimo», si legge in qualche sua autopresentazione.

 

Credo sia importante distinguere bene la posizione islamica da quella ebraica. Per i musulmani, Dio non può farsi carne perché la sua trascendenza è concepita come una sorta di separazione, di esteriorità, di inaccessibilità. Mentre la tesi ebraica (quella – diciamo – più diffusa, almeno da Maimonide in poi, ma che diventa molto forte in Martin Buber, per esempio) è che Dio ha dato a ogni giudeo la responsabilità di compiere la giustizia, e dunque di essere lui stesso un “Messia”. Non dobbiamo quindi dimenticare che la nozione di “incarnazione” anche nel cristianesimo è legata a una dimensione messianica.

(…)

https://www.clonline.org/it/attualita/articoli/scandalo-incarnazione-hadjadj#:~:text=CHIESA-,Scandalo%20Incarnazione,incarnazione%E2%80%9D%20anche%20nel%20cristianesimo%20%C3%A8%20legata%20a%20una%20dimensione%20messianica.%20Non,-Abbonati%20a%20TRACCE