EDUCAZIONE/ “Quando 10 giovani su 25 vanno dallo psicologo,
c’è un miracolo della vita da riscoprire”
"Silenzio ragazzi, passa il treno" è il nuovo
libro di Silvio Cattarina. Conversazioni con i giovani de L'Imprevisto. Un
estratto
Silvio Cattarina Pubblicato 4 Giugno 2025
Peri tipi di Itaca è stato pubblicato il nuovo libro di
Silvio Cattarina, “Silenzio, ragazzi, passa il treno. Gioia compagna di vita”.
Ne riportiamo un estratto dove l’autore spiega lo spirito con cui va affrontato
il rapporto coni più giovani.
Quanto è importante progressivamente abbreviare il tempo che
scorre tra il dolore e la gioia. Ovvero, abbiamo e portiamo il dolore, ma
comunque possiamo essere gioiosi, e molto. Ai miei ragazzi, fermamente,
seccamente, dico: “Dovete essere gioiosi”. Bisogna essere gioiosi, occorre
essere gioiosi. Quando lo racconto, tanti mi obbiettano: “Non devi dire così,
non va bene, non si capisce… prima ci vuole altro, dell’altro…”. Ma basta,
facciamolo e basta, dico io.
Essere felici è un obbligo, un dovere, un lavoro. Sì, un
obbligo per te e un diritto per me, che tu ti approcci a me comunque con
felicità. Si può e si deve essere felici anche se pieni di problemi e di
difficoltà, di ferite, di “casini”. Sono buoni tutti a essere felici quando le
cose vanno bene. Quante volte mi sono scoperto a dire al ragazzo: “Tu sei
unico, irripetibile, voluto da sempre, amato. Se sei almeno un poco convinto di
questo, vedrai come sarai libero, sereno, nelle circostanze, in tutte le situazioni,
belle o difficili. Ti accorgerai che il problema del papà, della mamma, della
malattia, della miseria, del lavoro, del quartiere popolare da cui provieni
assumerà un’importanza più piccola e relativa. Il tuo è un valore originale,
dato, donato a te, proprio a te. Non devi essere formato, attrezzato, abilitato
a vivere, non devi continuare, come hai fatto finora, a chiedere il permesso
per vivere. Sei stato voluto, chiamato, sei mandato. Vai allora! Questa è la
tua forza. Tu che sei qui in Comunità, che ti ritieni fra i peggiori, tu puoi
essere molto, puoi fare molto, tanto, perché capisci di avere una forza che non
viene da te.
Che novità, che miracolo è mai questo? Considerarsi fatti da
questa originaria volontà di bene, di stima, di provvidenzialità è la novità
più bella che c’è nel mondo, che tu puoi portare nel mondo. Altro che “tutti i
ragazzi dallo psicologo”! È mai possibile che oggi, solo per un mal d’unghia,
li si mandi dallo psicologo o dallo psichiatra? Nelle regioni del Nord Italia
pare che ormai, in una classe delle scuole medie o delle superiori, su
venticinque alunni una decina stabilmente frequentino i professionisti delle
suddette categorie. Verso quale mondo stiamo andando?
Tu, ragazzo, vai bene, sei a posto così: vanno bene il muso
che tieni, i capelli, le gambe, la pancia, il carattere, la timidezza che non
ti fa uscire le parole, vai bene perché sei stato chiamato, sei voluto, amato.
Tu sei importante: quello che puoi fare e dare tu non lo può fare nessun altro.
La stessa esistenza della tua persona è la cosa più grande e meravigliosa del
mondo.
La vita è un abbraccio. L’abbraccio con l’eternità.
L’eternità che ti prende in braccio. Ragazzi, fate bene ad essere inquieti,
irrequieti, insoddisfatti, inappagati, ma per desiderare questo abbraccio, per
chiedere questa eternità. La vostra inquietudine e irrequietezza sono divine.
Se non capite questo, continuerete a prendervela con voi stessi, a tormentarvi
inutilmente, a colpevolizzare le persone a voi più care e vicine. La vostra
ferita deve essere continuamente tenuta ben aperta, ma per venire irrorata
dalla vita, dall’amore, da un balsamo che arriva da lontano. Questo balsamo fa
grandi le cose piccole, guarisce il male.
Ragazzi, c’è bisogno che nella vostra vita accada
un’esplosione, un sommovimento, un terremoto tale che il tran-tran solito dei
giorni sempre uguali sia ribaltato, infuocato, che la vostra vita non sia mai a
posto, sistemata. Però non come facevate un tempo, con avventure assurde,
sostanze, trasgressioni, rapine, ma con “grandi cose”, lottando con una grande
novità. Non immeschinite la vostra vita, non immiseritela con cose piccole, con
sentimenti stucchevoli, ripicche infantili. Bisogna che tanto dentro voi si
rompa, si spezzi. Non guardate sempre e solo voi stessi, piuttosto guardate la
realtà, quanto è bella e grande perché non è vostra. È così imponente e
possente la realtà che scoprirete che veramente tutto è ammirabile, perfino il
limite. Tutto è degno di venerazione. Tutto è degno di essere servito. Invece
voi avete sempre voluto essere serviti in tutto e per tutto. Narciso imperat!
La grandezza dell’uomo – ancor più di un giovane – è quella di conoscere e
comprendere che l’amore più grande non è quello ricevuto, ma quello offerto.
L’amore è servire sempre.
Lo vedo ogni volta che un ragazzo entra in comunità, nei
primi giorni della sua esperienza. Noi educatori invitiamo sempre i ragazzi,
oltre che a rispettare le regole, a volersi bene, a stimarsi, ad aiutarsi, a
rivolgersi tra loro con parole buone e adeguate, a sorreggersi gli uni gli
altri. Loro si ribellano, si arrabbiano. “Non puoi chiedermi questo, io sono
solo, contro tutti e tutto, me la devo cavare da solo. Non esiste che io aiuti
un altro”. Addirittura un giorno un ragazzo aggiunse: “Non solo non vorrò bene
a nessuno, ma qui non accada che qualcuno voglia bene a me”.
Cosicché si deduce che, al contrario di quello che ho
pensato per tanto tempo, le situazioni che più pesano ai ragazzi non sono il
cellulare che non c’è, le uscite che non ci sono, la musica che non c’è, le
sigarette razionate, i rapporti temporaneamente sospesi con i genitori e con la
fidanzata… Ciò che maggiormente è insopportabile e rigettato è voler bene ed
essere voluto bene. Davvero quello che l’uomo meno accetta è l’amore, non il
dolore.
(…) https://www.ilsussidiario.net/news/educazione-quando-10-giovani-su-25-vanno-dallo-psicologo-ce-un-miracolo-della-vita-da-riscoprire/2840849/#:~:text=EDUCAZIONE-,EDUCAZIONE/%20%E2%80%9CQuando%2010%20giovani%20su%2025%20vanno%20dallo%20psicologo%2C%20c%E2%80%99%C3%A8%20un,certezza%20tutto%20si%20sfarina%2C%20si%20rovina%20e%20ha%20una%20durata%20brevissima.,-%E2%80%94%20%E2%80%94%20%E2%80%94%20%E2%80%94
Silvio Cattarina Pubblicato 4 Giugno 2025
Peri tipi di Itaca è stato pubblicato il nuovo libro di
Silvio Cattarina, “Silenzio, ragazzi, passa il treno. Gioia compagna di vita”.
Ne riportiamo un estratto dove l’autore spiega lo spirito con cui va affrontato
il rapporto coni più giovani.
Quanto è importante progressivamente abbreviare il tempo che
scorre tra il dolore e la gioia. Ovvero, abbiamo e portiamo il dolore, ma
comunque possiamo essere gioiosi, e molto. Ai miei ragazzi, fermamente,
seccamente, dico: “Dovete essere gioiosi”. Bisogna essere gioiosi, occorre
essere gioiosi. Quando lo racconto, tanti mi obbiettano: “Non devi dire così,
non va bene, non si capisce… prima ci vuole altro, dell’altro…”. Ma basta,
facciamolo e basta, dico io.
Essere felici è un obbligo, un dovere, un lavoro. Sì, un
obbligo per te e un diritto per me, che tu ti approcci a me comunque con
felicità. Si può e si deve essere felici anche se pieni di problemi e di
difficoltà, di ferite, di “casini”. Sono buoni tutti a essere felici quando le
cose vanno bene. Quante volte mi sono scoperto a dire al ragazzo: “Tu sei
unico, irripetibile, voluto da sempre, amato. Se sei almeno un poco convinto di
questo, vedrai come sarai libero, sereno, nelle circostanze, in tutte le situazioni,
belle o difficili. Ti accorgerai che il problema del papà, della mamma, della
malattia, della miseria, del lavoro, del quartiere popolare da cui provieni
assumerà un’importanza più piccola e relativa. Il tuo è un valore originale,
dato, donato a te, proprio a te. Non devi essere formato, attrezzato, abilitato
a vivere, non devi continuare, come hai fatto finora, a chiedere il permesso
per vivere. Sei stato voluto, chiamato, sei mandato. Vai allora! Questa è la
tua forza. Tu che sei qui in Comunità, che ti ritieni fra i peggiori, tu puoi
essere molto, puoi fare molto, tanto, perché capisci di avere una forza che non
viene da te.
Che novità, che miracolo è mai questo? Considerarsi fatti da
questa originaria volontà di bene, di stima, di provvidenzialità è la novità
più bella che c’è nel mondo, che tu puoi portare nel mondo. Altro che “tutti i
ragazzi dallo psicologo”! È mai possibile che oggi, solo per un mal d’unghia,
li si mandi dallo psicologo o dallo psichiatra? Nelle regioni del Nord Italia
pare che ormai, in una classe delle scuole medie o delle superiori, su
venticinque alunni una decina stabilmente frequentino i professionisti delle
suddette categorie. Verso quale mondo stiamo andando?
Tu, ragazzo, vai bene, sei a posto così: vanno bene il muso
che tieni, i capelli, le gambe, la pancia, il carattere, la timidezza che non
ti fa uscire le parole, vai bene perché sei stato chiamato, sei voluto, amato.
Tu sei importante: quello che puoi fare e dare tu non lo può fare nessun altro.
La stessa esistenza della tua persona è la cosa più grande e meravigliosa del
mondo.
La vita è un abbraccio. L’abbraccio con l’eternità.
L’eternità che ti prende in braccio. Ragazzi, fate bene ad essere inquieti,
irrequieti, insoddisfatti, inappagati, ma per desiderare questo abbraccio, per
chiedere questa eternità. La vostra inquietudine e irrequietezza sono divine.
Se non capite questo, continuerete a prendervela con voi stessi, a tormentarvi
inutilmente, a colpevolizzare le persone a voi più care e vicine. La vostra
ferita deve essere continuamente tenuta ben aperta, ma per venire irrorata
dalla vita, dall’amore, da un balsamo che arriva da lontano. Questo balsamo fa
grandi le cose piccole, guarisce il male.
Ragazzi, c’è bisogno che nella vostra vita accada
un’esplosione, un sommovimento, un terremoto tale che il tran-tran solito dei
giorni sempre uguali sia ribaltato, infuocato, che la vostra vita non sia mai a
posto, sistemata. Però non come facevate un tempo, con avventure assurde,
sostanze, trasgressioni, rapine, ma con “grandi cose”, lottando con una grande
novità. Non immeschinite la vostra vita, non immiseritela con cose piccole, con
sentimenti stucchevoli, ripicche infantili. Bisogna che tanto dentro voi si
rompa, si spezzi. Non guardate sempre e solo voi stessi, piuttosto guardate la
realtà, quanto è bella e grande perché non è vostra. È così imponente e
possente la realtà che scoprirete che veramente tutto è ammirabile, perfino il
limite. Tutto è degno di venerazione. Tutto è degno di essere servito. Invece
voi avete sempre voluto essere serviti in tutto e per tutto. Narciso imperat!
La grandezza dell’uomo – ancor più di un giovane – è quella di conoscere e
comprendere che l’amore più grande non è quello ricevuto, ma quello offerto.
L’amore è servire sempre.
Lo vedo ogni volta che un ragazzo entra in comunità, nei
primi giorni della sua esperienza. Noi educatori invitiamo sempre i ragazzi,
oltre che a rispettare le regole, a volersi bene, a stimarsi, ad aiutarsi, a
rivolgersi tra loro con parole buone e adeguate, a sorreggersi gli uni gli
altri. Loro si ribellano, si arrabbiano. “Non puoi chiedermi questo, io sono
solo, contro tutti e tutto, me la devo cavare da solo. Non esiste che io aiuti
un altro”. Addirittura un giorno un ragazzo aggiunse: “Non solo non vorrò bene
a nessuno, ma qui non accada che qualcuno voglia bene a me”.
Cosicché si deduce che, al contrario di quello che ho
pensato per tanto tempo, le situazioni che più pesano ai ragazzi non sono il
cellulare che non c’è, le uscite che non ci sono, la musica che non c’è, le
sigarette razionate, i rapporti temporaneamente sospesi con i genitori e con la
fidanzata… Ciò che maggiormente è insopportabile e rigettato è voler bene ed
essere voluto bene. Davvero quello che l’uomo meno accetta è l’amore, non il
dolore.
(…) https://www.ilsussidiario.net/news/educazione-quando-10-giovani-su-25-vanno-dallo-psicologo-ce-un-miracolo-della-vita-da-riscoprire/2840849/#:~:text=EDUCAZIONE-,EDUCAZIONE/%20%E2%80%9CQuando%2010%20giovani%20su%2025%20vanno%20dallo%20psicologo%2C%20c%E2%80%99%C3%A8%20un,certezza%20tutto%20si%20sfarina%2C%20si%20rovina%20e%20ha%20una%20durata%20brevissima.,-%E2%80%94%20%E2%80%94%20%E2%80%94%20%E2%80%94