venerdì 7 novembre 2014

Dialogo con Margareth von Trotta

Venerdì 7 novembre ore 21,00
Sala Sant’Antonio 5
Interviene
Margarethe von Trotta, regista cinematografica Autrice del film H. Arendt
Dialogo con Camillo Fornasieri e Monica Scholz
Sembrano cedere le evidenze stesse dei fondamenti della convivenza, del valore della persona, dentro una crisi che è antropologica economica: Emergono anche nuove domande e riprese del valore della persona come rapporto con il suo destino e come bisogno dell’altro, sentiti come parte viva della propria esperienza. Sono segni e semi di reale speranza, di un pensiero che nasce dall’esperienza e non da teorie e ideologie e che si riferiscono ad esempi della storia passata e presente.
Margarethe von Trotta, donna di grande cultura europea e regista di fama internazionale di un cinema indipendente e non commerciale, ha raccontato sempre con originalità i percorsi di queste libertà in azione, accompagnandoli con interrogativi interessanti e mostrando il fascino, la ragionevolezza e la battaglia umana e culturale di questi esempi di persone.
I suoi recenti film come Vision su Ildegarda di Bingen, monaca Badessa e genio del XII secolo e Hannah Arendt, filosofa del novecento (il cui film a Milano ha avuto 6mila spettatori).


La persona, la sua libertà, il pensiero e il rapporto col Potere nel nostro tempo sono al centro del dialogo a Milano, a partire dalle queste storie e dal veicolo del linguaggio cinematografico, ma per concentrarsi su un confronto e incontro con la Regista, la sua umanità, uno sguardo alla cultura europea e alle forze che cambiano la storia, alla ricerca di condivisioni di riferimenti che possono guidare questo nostro tempo.
Sulla strada che indica la Arendt “Una crisi ci costringe a tornare alle domande; esige da noi risposte nuove o vecchie, purchè siano scaturite da un esame diretto, e si trasforma in una catastrofe solo quando noi cerchiamo di farvi fronte con giudizi preconcetti, ossia pregiudizi, aggravandola e per di più rinunciando a vivere quell’esperienza della realtà, a utilizzare quell’occasione per riflettere, che la crisi stessa costituisce”.
Come suggeriva il Cardinale Scola “Lo smarrimento circa i fondamentali del vivere, .. tutto deve essere riscritto nei nostri tempi, ripensato e perciò rivissuto. Un ambito nuovo di testimonianza e racconto. Non si possono più separare queste due parole, bisogna vivere ciò che si intende comunicare. E ciò che non è comunicato non è interamente compreso; e se non è compreso è perché non è adeguatamente vissuto.
Insieme con lei non si può non ricordare Rilke, poeta tedesco di inizio ‘900 quando dice “Tutto cospira a tacere di noi, un po’ come si tace un’onta, forse, un po’ come si tace una speranza ineffabile.”. Il Potere che ‘cospira’ e di cui ognuno può essere connivente sostenitore se rinuncia a se stesso, alla verità di sè. Come ricordava Romano Guardini, altro grande interprete della cultura europea e tedesca, il potere è in sé un bene ma che può trovare sia la disponibilità della persona all’esperienza o invece l’uomo pronto a farsi padrone dell’esperienza propria e perciò altrui.